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lunedì 2 giugno 2014

Thank you for... la sfida.

Ieri un'amica ha espresso un amore particolare per una canzone degli ABBA: "Thank you for the music".

Immagino che la conosciate tutti più o meno; io ero nel versante dei meno, nel senso che mi era noto solo il ritornello, benché possedessi da anni la colonna sonora di "Mamma mia!".
Ma alla sottoscritta piace fare cose ben oltre le proprie possibilità (vedi, ad esempio, il programma di studio che ho fatto per oggi) e lei ha il potere di farmi sciogliere il cuore anche solo dicendo "nappina".

Facciamo un passo indietro: come sono passata dal raccontarvi del panico dal palcoscenico a discutere di cover con altri? Non ci sono passata. Sono ancora affetta dal problema, ma da sola in casa mia riesco a cantare e registrare. Dal vivo non sarebbe possibile.
Per non dilungarci: non ricordo perché ho costretto le ragazze del RA a pipparsi le mie cover (sante donne) e ho chiesto il loro aiuto quando è giunta a me la richiesta di un'amica di cantare una canzone al suo matrimonio. Ecco, qui - magari - avrei bisogno anche dei consigli di qualcuno di voi, se vi va.

Comunque, con la canzone degli ABBA tutto è cominciato con un "Però, se tu mi cantassi Thank you for the music..."

Dunque: pigiare qui: Cover.

Io sono Ariete. Credo sia sufficiente per farvi capire come sono fatta.
In pausa studio ho pensato di provarci. Che sarà mai?

Compra la base musicale.
Prova a cantarle la versione di Mamma Mia!
Muori perché è troppo alta.
Abbassala.
Muori comunque.
Smetti di tergiversare.
Metti la base in Garage Band e prova a cantare.

Primo pensiero "Oh, merda, le strofe sono strane!"... E lo sono davvero. O forse sono io che non le conosco abbastanza. In ogni caso, si capisce anche dalla mia cover che mi erano ignote.

Parte il ritornello. Nuovo pensiero: "Oh, merda, il ritornello è potente... Ora stecco."

Finisci la canzone e ripeti dall'inizio.
È stato frustrante, perché non beccavo i tempi, sbagliavo la melodia, perdevo il controllo della voce nelle note alte... Cose così. Ma poi l'ho finita: cioè, ne è uscita una versione finale perché era tardi e temevo che i vicini mi avrebbero denunciato.

La versione è più che imperfetta (ascoltandola stamattina mi rendo conto di quanto), ma la parte che più mi è piaciuta non è stata vedere come mi era venuta alla fine: è stato il gusto della sfida.
Provare a cantare un genere che non mi appartiene.
Il divertimento quando dovevo cimentarmi nelle note alte.
Il ridere da sola ogni volta che sbagliavo la strofa.
Farlo perché a lei avrebbe fatto piacere e farlo perché era fuori dalla mia portata.

Ecco, a volte le sfide ci portano a fallire o a ottenere risultati mediocri. 'Sticazzi! Non è scritto da nessuna parte che se una cosa è imperfetta non va bene.
Nella misura in cui andiamo oltre noi stessi, anche la sfida con risultati scadenti può darci qualcosa.

Lei me l'ha chiesta per il significato del testo: perché lei prova quello quando si dedica alla scrittura.
Io ho provato, indubbiamente, qualcosa di molto piacevole dedicandomi alla sfida.

Quindi, grazie per la sfida!

PS: ora, con questa storia c'entra poco, ma ho sempre "Hallelujah" di Jeff Buckley da cantare... se avete consigli e suggerimenti su cosa migliorare, io accetto tutto. Devo cantarla di fronte a un centinaio di persone, quindi se avete qualche idea su cosa cambiare e su come migliorala, o anche solo un parere su cosa non funziona, lasciate un commento e io ne farò tesoro.
Una prova la trovate qui... Mi auguro di paroneggiarla un pelo meglio una volta studiata. Hallelujah cover

3 commenti:

  1. Ti adoro. Non posso aggiungere altro perché ho gli occhi lucidi.

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    Risposte
    1. Asciugali nel mio camice.
      Mi serviva una piccola soddisfazione alla fine di una giornata di studio: in genere evito le richieste perché la mia estensione vocale non mi permette di fare grandi virtuosismi... Ma sono contenta di averci provato. E sono contenta ti piaccia (prometto che in un paio di giorni avrò imparato anche le strofe).

      Gazie, davvero

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    2. *grazie. -.- Pure disgrafica!

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